Questa settimana è uscito sul settimanale “Starbene” un interessante articolo dove si parla di Audiolibri ed è stato per me un vero piacere aiutare Lorenza G. a realizzarlo condividendo la mia esperienza di Vocal Coach. Se vi interessa leggere l’articolo ora che il mensile non è più in edicola, cliccate sulla copertina che trovate più un basso!
Ho aiutato talmente tanti autori a realizzare il loro audiolibro che oramai penso di conoscere tutte le difficoltà che si possono incontrare e le diverse scuse che le persone creano per giustificare un risultato poco apprezzabile.
Oggi ascoltare la propria voce registrata non è raro. Gli “audio” messaggi riempiono i nostri smartphone eppure, quando ci si appresta a registrare un audiobook, tutti rimangono sorpresi nel non riconoscersi nella voce registrata.
C’è chi addita lo scarso risultato alla parte tecnica e si lancia ad acquistare apparecchiature e microfoni costosissimi, c’è chi inizia ad odiare la propria voce e c’è persino chi, pur di non sentire la propria voce registrata, prova a realizzare un audiolibro attraverso voci sintetizzate.
Ecco qua i cinque migliori consigli che possono aiutarvi a risparmiare tempo e soprattutto danaro per realizzare il vostro migliore audiolibro di sempre.
1) Gli audiolibri sono uno strumento utile per donare riposo ai nostri occhi, ma perché siano fruibili occorre che la voce narrante riempia di emozioni la fantasia dell’ascoltatore. Trasmettere le emozioni attraverso la voce non è cosa semplice, sopratutto quando si tratta di un libro. Un conto è mandare un messaggio romantico al proprio partner o un messaggio stizzito ad un amico, ma ben altra cosa è colorare di emozioni una frase che nella nostra mente appare perfetta, ma che una volta registrata appare fredda e incolore. Il metodo Inborn Voice è tutt’ora l’unico in grado di aiutare le persone a riconnettersi con le proprie emozioni e centinaia di autori mi hanno pubblicamente ringraziato nei loro audiolibri!
2) Il miglior libro del mondo, letto con una voce inadatta apparirà un flop. Un libro scarso di contenuti, letto con una voce intrigante, apparirà un capolavoro. Una voce poco espressiva e sconnessa dalle emozioni riesce ad annoiare e a disperdere l’interesse dell’ascoltatore. La voce narrante è molto più importante della “copertina” di un libro stampato: è la sua anima.
Molto spesso gli autori che comprendono questo punto, si rivolgono a doppiatori professionisti perché ritengono che per avere un buon risultato occorre la voce di un altro. In realtà sbagliano. Nessuno al mondo potrà mai provare più trasporto, passione e amore che l’autore stesso del libro che ha provato con tutte le proprie forze a dare vita a dei personaggi o a degli avvenimenti. La cosa migliore è quindi semplicemente imparare ad usare la propria voce in un altro modo: quello giusto!
3) La voce impostata è quasi sempre connessa alle stesse emozioni. Le voci impostate sono una versione “umana” della sintesi vocale. Limitano l’espressività vocale e annoiano persino chi sta registrando l’audiolibro. Una voce neutra soffrirebbe dello stesso problema. Il successo del mio lavoro è che grazie al metodo Inborn Voice, aiuto le persone a connettere la propria vocalità alla propria identità e autenticità più profonda. Chi ha scritto una scena rosa, gialla o noir, sa perfettamente come leggerla. Il problema non è “sapere” come leggerla, ma fare modo che la bocca e la voce rispondano ai comandi. Ovvero l’intenzione c’è, è la parte esecutiva che manca. Proprio per questo occorre formare la propria voce: un investimento che andrà oltre all’audiolibro, perché servirà anche nelle presentazioni al pubblico, durante le interviste e, per tanti piccoli autori, anche a contrattare con la grande distribuzione.
4) Registrare solo quando si è in sintonia con le emozioni da trasmettere. Quando la voce è connessa alle proprie emozioni in modo autentico, questa risuona naturalmente con quello che io definisco l’Inborn Voice dell’ascoltatore. Se il mood attuale è quello della rabbia, registrare una scena d’amore non è il top. Se il libro lo avete scritto voi, avete il vantaggio di sapere dove l’emozione della rabbia possa essere più utile, registrando così il libro “fuori” sequenza. Sarà semplice poi “rimontare” il tutto in sequenza!
5) La pratica rende perfetti. Non è importante che la voce sia apparentemente priva di difetti, ma che sia in grado di veicolare le giuste vibrazioni delle emozioni. Chi impara ad utilizzare la propria voce con me ottiene miglioramenti impensati, un passo alla volta. Chi parte da “odio la mia voce” deve fare parecchia strada per dire “ho registrato un capolavoro”, ma questo non vuol dire aspettare. Vuol dire impegnarsi, studiare e fare pratica. Solo la pratica può portare ai risultati. Io come vocal coach posso aiutarvi a ridurre i tempi, a sconfiggere le barriere più grandi, ma il lavoro, quello vero, è sempre lo studente a farlo!
Per chi desiderasse imparare di più può trovare molte informazioni sul mio sito, nel mio libro “La via della voce“, nel mio canale Youtube o nel mio canale Patreon (dove ci sono intere video lezioni sull’argomento!)
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