Sentire e ascoltare
Il suono è il padre della parola: è l’evoluzione naturale del primo vagito di un essere umano, che tutti noi abbiamo usato istintivamente fin dal primo giorno per comunicare ai genitori le nostre necessità di sopravvivenza, senza che nessuno ci mostrasse come fare: è un meccanismo naturale ed innato.
Ognuno di noi ascolta la propria voce mentre la produce, esattamente come qualunque altra persona presente. Tutto nasce dalla vibrazione prodotta dalla laringe che si espande nell’ambiente circostante grazie all’aria emessa dal nostro respiro per poi ritornare a noi attraverso le orecchie.
Differenza tra sentire ed ascoltare
Sentire è un verbo che indica quando si avverte o si prova una qualche sensazione fisica. Si può sentire con l'udito, ma anche con il resto del corpo. Invece ascoltare è un verbo che indica quando una persona presta la propria attenzione a qualche forma di comunicazione.
La cosa è più facilmente comprensibile se si immagina di trovarsi di fronte a un giapponese mentre parla. Sentiamo chiaramente i suoni che produce, ma non siamo in grado di ascoltare il suo discorso, non percepiamo minimamente neanche una parola senza conoscere la lingua, non riuscendo di fatto a partecipare alla comunicazione.
La fisiologia dell’essere umano ci porta a concludere che il mezzo che usiamo per controllare il linguaggio non è, come tutti pensano, l’apparato fonatorio, ma è l’aria che ci circonda: noi abbiamo solo sviluppato raffinatissimi modi per metterla in movimento. Analizzando meglio questo concetto si arriva persino a capire che è sempre l’aria a permetterci di ascoltare quello che pronunciamo. L'aria non ci permette solo di respirare, ma anche di comunicare.
Tutto nasce dall'orecchio
Quando si parla di voce, in realtà, si sottintende sempre l'orecchio perché tutto nasce nel meccanismo di autocontrollo cervello-orecchio. Il nostro differenziarci dagli animali ci ha portato ad avere un cervello molto evoluto, progettato per relazionarsi con gli altri attraverso dei suoni, non delle parole. Pensandoci bene, senza socializzazione non ci sarebbe neanche la necessità di comunicare.
Da qui si capisce che la nostra capacità di comunicare si evolve di pari passo con la nostra capacità di ascoltare. Senza la parola l’uomo non sarebbe più quello che è, smetterebbe di esistere. Gli unici momenti di silenzio che possiamo concepire sono il mutismo di chi non sa qualcosa o ha paura di parlare, oppure quello di chi sta meditando per ricercare l'illusione del silenzio interiore. Infatti non è possibile trovare silenzio, ma solo l'assenza delle parole. Esiste un altro tipo di comunicazione, quella della vostra Inborn Voice.
Il metodo Inborn Voice
Inborn Voice non è solo un metodo, ma il nome che Mylena Vocal Coach ha scelto di dare alla forma di comunicazione alla base della vita stessa, fatta di vibrazioni che a volte prendono il nome di voce, altre di emozioni, altri di istinto o sesto senso. È qualcosa di reale che grazie agli insegnamenti di Mylena, tutti possono apprendere e padroneggiare. Proprio per questo qui ad Inborn Voice non pretendiamo di aggiungere nuove conoscenze o tecniche inutili, ma vi riportiamo alle basi stesse della comunicazione, dell'ascolto e del "sentire" umano. Non è semplice esprimere a parole cos'è l'Inborn Voice, perché le parole sono contenitori limitati, troppo restrittivi ed inscatolati, ma se l'idea vi stuzzica, risuona con qualcosa che "sentite" vostro, allora un primo incontro di valutazione con Mylena vi aprirà il mondo del vocal Coaching.