Il Sindaco Antonelli premia Milena Origgi e ha un progetto per lei

BUSTO ARSIZIO – Una medaglia come onorificenza cittadina per aver portato il nome di Busto Arsizio nel mondo: ieri mattina l’ha consegnata il sindaco Emanuele Antonelli a Milena Origgi, la vocal coach che nei mesi scorsi ha ottenuto la “green card genius” negli Stati Uniti per i suoi meriti da imprenditrice e per il suo innovativo me- todo educativo e culturale Inborn Voice.

La stessa green card che venne data ad Albert Einstein, per la prima volta assegnata a una donna e per di più italiana. L’obiettivo è valorizzare a Busto Arsizio le competenze dell’imprenditrice che con il suo lavoro ha convinto gli americani della bontà del suo lavoro: in primavera ci sarà un convegno per gli imprenditori bustocchi. Il primo cittadino ha voluto conoscere Milena Origgi che è arrivata in questi giorni in Europa direttamente da Boston dove vive da sette anni, quando ha lasciato l’Italia per realizzare il suo progetto imprenditoriale.

Una storia che ha incuriosito il primo cittadino consapevole della difficoltà del mondo statunitense nel concedere il prezioso permesso di soggiorno permanente agli stranieri. «Ho percorso la strada più ardua, ovvero senza voler chiedere appoggi né sponsorizzazioni. Sono andata all’ambasciata chiedendo un visto di lavoro da imprenditore perché questo sono. Consapevole che il mio progetto educativo e culturale già anni fa fosse innovativo – ha raccontato la vocal coach al sindaco Antonelli – Pensavano che volessi andare negli States per aprire un ristorante, fare la pizza, oppure una gelateria. Ma io ho portato il mio metodo innovativo da imprenditrice: ho detto all’ambasciata io voglio lavorare negli Stati Uniti esportando un progetto cultura- le». Ancora non c’era grande attenzione alla voce, tantomeno alle emozioni che possono condizionare il modo di parlare delle persone. «Un progetto che è stato visto in modo quasi folle, ma proprio per questo e vedendo la mia determinazione, ha convinto gli americani a darmi il primo visto di lavoro. Ero una donna e per di più italiana: ricorderò per sempre lo sguardo e poi il suono dei timbri, gli stessi che mi hanno permesso di avere la green card». Il primo anno negli States, è stato particolarmente duro, ha ammesso Origgi. Non tanto per la lingua in quanto poliglotta e abituata alle diversità, ma per entrare all’interno della cultura. «Gli americani hanno difficoltà nel comunicare, il mio metodo è stato per loro dirompente. Grazie ai miei clienti, businessman che hanno dato prova delle mie capacità e dei risultati ottenuti grazie al mio metodo Inborn Voice mi hanno permesso di attestare la bontà del progetto imprenditoriale. Sono stati proprio loro a darmi l’ulteriore spinta per chiedere la green card ed è stato un lavoro immenso. Ma ne è valsa la pena, perché prima di tutto avrò per sem- pre il permesso di soggiorno ma non solo, genius». Geniale. Il sindaco Antonelli è rimasto incantato da Origgi che è bustocca doc – una delle nonne si chiama Farioli di cognome – ma soprattutto ha pensato a come poter sfruttare la disponibilità della vocal coach che è consulente dei principali atenei milanesi, dalla Bocconi alla Cattolica, dove i soft skills per i top manager del fu- turo passano appunto dalla voce. Il primo cittadino ha così aperto a una collaborazione: «Pensiamo a un congresso per gli imprenditori in modo che si possa fare tesoro di una bustocca straordinaria e che possa essere di aiuto anche alla nostra comunità. Potrebbero nascere progetti innovativi a partire da un convegno nella primavera 2022».