Accordatura a 432Hz e Inborn Voice, tutto quello che c’è da sapere

Oggi sembra andare di grande moda l’idea che all’interno della musica, qualunque musica, ci sia qualche sorta di “messaggio nascosto”. Si parla di cospirazioni e si parla di accordatura.  Nello specifico si vuole porre l’accento su come l’accordatura moderna degli strumenti musicali fatta attraverso la nota di riferimento LA a 440Hz e non più il LA 432Hz.

Voglio provare a parlare di questo argomento dando un punto di vista diverso, legato a quello che io definisco Inborn Voice, la nostra vibrazione natale. Non c’è dubbio alcuno che ascoltando della musica “adatta” si possano incentivare alcuni stati emotivi nell’essere umano, negli animali e persino nelle piante. Ci sono musiche adatte per il sonno, ad esempio la ninnananna, per la meditazione, ma anche per incentivare la prestazione sportiva e persino l’aggressività. Ogni stato di coscienza può venire in qualche modo influenzato da una musica esterna. Questo effetto è noto da secoli ed è un effetto di risonanza. Ascoltando una musica lenta, si induce un rallentamento delle cose, quindi uno stato di rilassatezza, ascoltando musica ritmata, si incita il movimento, l’azione. Come ho detto, è una risonanza. La risonanza è un fenomeno legato alla frequenza, l’ho spiegato molto bene nel mio libro “La via della voce“. 

Pochi sanno che è vero anche il fenomeno opposto. Infatti la risonanza è un fenomeno riflessivo. Ovvero se ci si impone di stare tranquilli, se si vuole prendere sonno, una musica grintosa ci darà fastidio e ci tapperemo le orecchie. Viceversa se ci si impone di essere grintosi, ci si prepara ad una prestazione sportiva, una musica melensa ci darà sui nervi. Questo perché tutto nell’universo risuona. Se lasciamo una chitarra o un pianoforte immersi in un concerto, questi strumenti iniziano a risuonare, a vibrare, senza che nessuno li tocchi o li stia suonando. 

Non bisogna dimenticare che anche il ritmo di una musica è una frequenza, chiaramente molto più bassa di quella inclusa nelle note musicali. Infatti se una nota musicale vibra centinaia di volte al secondo, il ritmo di una musica vibra un centinaio di volte al minuto. Una bella differenza. 

Tutto quello che ci circonda, anche quello che appare solida roccia, è materia in vibrazione. Tutto quello che esiste, persino quello che non è possibile vedere, è materia in vibrazione. La fisica quantistica spiega chiaramente il perché. Quindi l’essere umano è composta da materia in vibrazione, la terra su cui viviamo è materia in vibrazione. Ora perché dovremmo preoccuparci della vibrazione di una musica che si ascolta quando siamo immersi in un mondo di vibrazioni? Una vibrazione esterna è in grado di alterare qualcosa dell’essere umano? Se gli strumenti sono accordati a 440 o a 432Hz le cose cambiano? Tutte domande interessanti, e certamente le cose cambiano, ma non così tanto come si vuole fare credere. Una musica melensa rimarrà una musica melensa, una musica grintosa rimarrà una musica grintosa.

La cosa importante da notare è un’altra. Un dato di fatto incontrovertibile. Il ritmo musicale sta accelerando. Le melodie dell’800 sono più lente di quelle del 900. Lo stesso vale per quelle del nuovo millennio e per quelle degli ultimi anni. Il ritmo, la cadenza è sempre più elevata. 

Questo fenomeno è molto più interessante ed evidente di quello legato all’accordatura, eppure pochi ne parlano. 

Ora cercherò di fare un discorso un po’ complesso che prende in considerazione la biologia e la fisica quantistica, per fare comprendere che se c’è qualcosa che percepisce o subisce una vibrazione, questi non è il cervello. Io sostengo che la nostra parte sensibile alle vibrazioni sia la nostra Inborn Voice. Se vi interessa approfondire il discorso lo troverete una lettura del mio libro “La via della Voce”, estremamente interessante.

Spesso chi parla di queste teorie complottiste indica l’idea che il cervello umano sia una sorta di macchina biologica che opera in base a “onde elettromagnetiche”, spesso riportando gli elettroencefalogrammi a supporto. Dato che la musica è anch’essa un’onda elettromagnetica, ecco che il patatrac è fatto. Il discorso di per sè non è sbagliato, infatti il cervello umano opera attraverso correnti elettriche ed è normale che queste correnti creino dei campi magnetici che possono venire catturati e interpretati come “onde”. Ma questo è ben diverso dal sostenere che il nostro cervello opera attraverso onde elettromagnetiche. La realtà è ben diversa. 

Le onde elettromagnetiche che si registrano sono una conseguenza del suo operare, non la sua modalità di funzionamento. Il nostro cervello non è chiaro a che livello operi, probabilmente a livello quantistico, unitario, ma non è questo il momento per chiarirlo.

I nostri neuroni non operano modulando un segnale elettrico, creando “onde”. Sono molto più simili ad una lampadina elettrica. Ovvero hanno uno stato “acceso” e uno “spento”. Quello che producono, dal punto di vista tecnico, si chiama “onda quadra”. E’ affascinante sapere che l’onda quadra è definita contenere al suo interno “tutte le armoniche esistenti”. E’ qualcosa di simile all’elettronica dei computer. Zero e Uno. Tanto per farvi capire meglio, se una spina ci punge un dito, il neurone del nostro sistema nervoso può trasmettere l’informazione al cervello solo comunicando “acceso”, qualcosa provoca uno stimolo. Vi chiederete, allora come fa a comunicare al cervello quando una spina fa poco male e quando invece fa malissimo? Semplice, variando la frequenza con cui si accende/spegne. Se il dolore è poco manderà un segnale intermittente, ad esempio uno al secondo, se il dolore è forte 100 segnali al secondo. Quindi anche il nostro cervello è una sorta di “risuonatore”. Se arriva un segnale al secondo forse non prende neanche in considerazione il dolore, se ne arrivano 100 al secondo, porrà immediatamente in atto azioni per evitare il dolore.

Compreso che il cervello non opera in base ad onde elettromagnetiche, ma è composto da materia che quindi di per se stessa vibra, l’effetto di una vibrazione esterna non sarà tanto diverso da quello presente in tutto il resto del nostro corpo.

A questo punto bisogna anche comprendere come opera la risonanza. Se è vero che tutto quello che esiste è materia in vibrazione, come può operare la risonanza? Proviamo a spiegarlo con un esempio. Se io sono un bicchiere di cristallo, in quanto sono composto da materia, vibro sempre e continuamente. Il fatto che l’essere umano non se ne accorga, non vuol dire che non sia vero. Ora se appoggio il bicchiere su un tavolo che a sua volta è composto da materia in vibrazione, cosa succede? Dato che i due materiali sono in contatto, dovrebbero influenzarsi a vicenda. Probabilmente questo accade, ma le forze espresse dai singoli atomi sono così basse che nulla cambia. Se qualcuno tira un pugno sul tavolo, questo trasmetterà la forza ricevuta verso tutto quello che è a contatto, quindi anche il pavimento e il bicchiere. Osservando da vicino vedremmo il bicchiere muoversi impercettibilmente. Se qualcuno tamburella sul tavolo, creando una frequenza, vedremmo il bicchiere vibrare con più costanza. Se la frequenza con cui si tamburella è in sincronia con quella con cui risuona il bicchiere, questa si amplificherà arrivando anche a distruggere l’integrità del bicchiere stesso. Se non è in sincrono, questa si disperderà. 

Fino a qui è evidente che perché ci sia un effetto tra due vibrazioni, quella del tambureggiare e quella del bicchiere, una forza deve essere di una certa entità.

Se nella stessa situazione di prima, introduciamo un secondo tambureggiare, molto più forte e intenso del primo, a quale dei due si sintonizzerà il bicchiere? Chiaramente ad entrambi, ma la farà da padrone quello più forte. Quindi quando si parla di risonanza, si parla della legge del più forte. Oggi vanno di moda le cuffie con la “cancellazione” del rumore. Queste non fanno altro che riprodurre un suono che è “opposto” a quello che stiamo ascoltando. L’onda sonora del “rumore” e quella di “cancellazione” si sommano e di fatto noi non siamo più in grado di ascoltare nulla. Due suoni opposti, per noi non sono percepibili, eppure esistono entrambi. Ora che avete una minima idea di come funziona una risonanza possiamo andare oltre.

L’uomo da sempre porta dentro di se il concetto di vibrazione, persino prima che questo esistesse. Come spiego nel mio libro il modo più semplice per definire una vibrazione, quando la parola vibrazione non esisteva, era quello di fare riferimento alla voce. Si parla sempre di voce, di parole, di silenzio e di suono. Quindi è evidente che qualcosa dentro di noi effettivamente vibra, o per meglio dire, vuole vibrare. Cos’è? La nostra Inborn Voice. Ognuno di noi ne ha una diversa, unica. Non ne esistono due uguali. Le persone semplicemente si dimenticano di ascoltare la propria Inborn Voice e preferiscono ascoltare le vibrazioni che vengono dall’esterno, semplicemente ignorandola. La ignorano così bene e così a lungo, che si dimenticano di averla, cadendo poi vittima delle vibrazioni degli altri, come bicchieri vuoti.

La scelta, la parola “scelta” è la chiave. La scelta che la gran parte delle persone prende è quella di ignorare e non ascoltare la propria Inborn Voice, trasformandosi da uno strumento musicale in grado di portare la propria musica nel mondo, in un risonatore, pronto a vibrare sulla musica imposta da altri. Ognuno di noi può tornare ad ascoltare e a far risuonare negli altri la propria inborn voice, basta compiere un atto di volontà.

Ora si può comprendere perché quando tante persone si trovano assieme avvengono tante cose strabilianti, a volte deprecabili, ma comunque di notevole entità.

Ad esempio se una gruppo di persone decide di mettersi a pregare tutte assieme, la somma delle loro singole vibrazione amplifica il risultato, andando a influenzare anche chi non sta pregando, portando alla riduzione del crimine in un’area piuttosto ampia. In pratica tutte le persone che non ascoltano la propria Inborn Voice, si metteranno a risuonare su una vibrazione di pace.

La stessa cosa accade quando si mettono assieme tante persone “arrabbiate” o “frustrate”, anche se non stanno pregando facendo nulla di “speciale”, ma semplicemente manifestando o protestando, la loro vibrazione dominante di rabbia e di frustrazione si amplifica andando a creare dei veri e propri mostri umani.

La cosa interessante è che questo non accade sempre. Quando tante persone stanno tutte assieme, ognuna intenta nello sviluppare il proprio egoismo, l’effetto di amplificazione non si innesca. Infatti in questo caso le vibrazioni che si sommano non riescono a sovrastare il generale rumore di fondo presente. L’egoismo non è una vibrazione adatta all’uomo.

Quindi in questa ottica è molto più interessante andare a vedere, oltre al continuante crescere del ritmo musicale, anche il crescente utilizzo di tecnologie ci mettono in silenzio, sia verbalmente che cerebralmente.

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